Cosa faccio quando mi accorgo di pensare troppo

Io fra 100 anni


Tra i vari post che ho tra le bozze, tutti inevitabilmente da terminare, ho deciso di portare alla luce questo perchè mi è stato chiesto qualche settimana fa da una ragazza che mi segue su Instagram e spero che possa tornare utile ai vari overthinker che nel caso seguono le mie disavventure da "una che pensa troppo".

Breve excursus storico: sono da sempre una persona più riflessiva che d'azione. Quanto questo mi sia stato fatto notare (pesare?) nel corso degli anni non sto a spiegarvelo perchè mi pare abbastanza evidente che, nella nostra società, la capacità d'azione è una dote più stimata della capacità di riflettere (se non ve ne siete accorti è perchè siete tra le persone che agiscono. Vi invidio! No non è vero, in realtà a me piace pensare, solo vorrei non farlo troppo).

Uno step evolutivo del mio "farmi domande" c'è stato intorno ai 20 anni quando, durante l'Erasmus in Spagna, scopro il telefilm "Sex and The City" (anzi, nella versione spagnola "Sexo en Nueva York") e mi immedesimo totalmente in Carrie che, in ogni puntata, tramite la sua colonna scritta su un giornale locale, pone una domanda idealmente rivolta ai lettori ma anche, e soprattutto, a sè stessa.

A ben vedere Sex and The City ha influito enormemente sul cominciare a farmi sempre più domande, è stata una specie di prima scuola di coaching/crescita personale ...

E arriviamo ad oggi: a quasi 34 anni ho ancora molte difficoltà nel passare dal pensiero all'azione, credo bloccata da non so quale tipo di paura. Non solo. Mi trovo in momenti in cui la mia mente è completamente intasata da pensieri di ogni tipo e, mentre lei lavora a velocità supersonica, il mio corpo rimane immobile. Paralizzato. Il nulla.

Al grande lavorio mentale non segue nessuna azione concreta, spesso con l'esito di farmi sentire inconcludente (perchè in effetti riesco a concludere poco o nulla) e insoddisfatta (=infelice).

Col senno di poi era inevitabile che, nella mia ricerca della felicità, mi imbattessi in uno dei suoi fondamenti: imparare a governare la mente.

Un concetto in particolare, tra i tanti che ho letto/ascoltato negli anni, mi è rimasto impresso sull'overthinking:

"Se non controlli la tua mente, lei controllerà te"

Bello. Soprattutto molto vero! In effetti una cosa molto importante l'ho capita: che la mente non ha bisogno di pensare, ha bisogno di fare. Di creare, portare alla luce, portare nel mondo.

Nell'azione c'è qualcosa di potente.
Qualcosa che trasforma tutto.
Qualcosa capace di dissipare le nebbie mentali, il blocco, la paura.

Ancora oggi ho bisogno di molto incoraggiamento prima di agire, ma ho imparato a riconoscere i momenti di "crisi" e, cosa più importante, sto imparando a prevenirli.

Nella fase acuta, cioè quando la mente è soffocata dai pensieri, non riesco più a mettere in fila niente e vado in una sorta di stand-by, c'è una e una sola cosa che ho trovato efficace fare: muovermi.

Azionare il corpo, in un qualsiasi modo: cucinando, camminando, stirando, scrivendo, disegnando, facendo sport ... mollare tutto e muovermi.

In questo modo la mia attenzione si sposta dal cervello sovraffollato di pensieri a quello che sto facendo/devo fare concretamente e nel momento in cui la mente perde l'attenzione, perde anche di importanza.

Fasi acute a parte, in generale ho capito che è importante prendermi cura del benessere della mia mente ogni giorno e non darlo mai per scontato.

Queste sono le cose che mi trovo più spesso a fare:

Respirare: sì lo so che sembra strano e banale, ma non lo è affatto. Quasi nessuno sa respirare bene. Non a caso la respirazione è una delle prime cose che ti insegnano ad esempio a yoga e pilates (dove c'è un grande controllo del corpo e dei movimenti da parte del cervello). Cerco di ricordarmi il più possibile (quindi anche mentre sono in macchina, seduta alla scrivania, mentre faccio la spesa ..) di fare lunghi respiri di pancia (la cosiddetta respirazione diaframmatica). Questo tipo di respirazione attiva una serie di meccanismi che vanno a calmare il sistema nervoso centrale (inteso proprio a livello neurologico, non come modo di dire);

- Meditare: non sono ancora così costante come vorrei ma quando riesco a farlo ne traggo enormi benefici. Lo faccio in modo molto semplice, senza seguire "tecniche" particolari, mi basta sedermi comoda in un posto silenzioso e concentrarmi sul respiro (sono sufficienti anche pochi minuti al giorno);

- Scrivere: la scrittura è un ottimo metodo per svuotare la mente. Quando riesco lo faccio al mattino, prendo il mio bel quadernino e lascio uscire tutto quello che mi passa per la testa. Non rileggo, non correggo gli errori e, molto importante, non mi giudico. E' un vero e proprio flusso di pensieri che esce libero dalla mia testa e viene riversato sulla carta. Dopo averlo fatto sto davvero meglio!

- Ispirarmi: mi supporto con tutto ciò che può essermi d'ispirazione per lavorare su motivazione e autostima, intesi come strumenti per recuperare fiducia in sè e nelle proprie capacità, una cosa che, soprattutto in noi donne, spesso è molto carente.


Ultimo ma non per ultimo: ho imparato che se voglio raggiungere un qualsiasi obiettivo nella vita, pensare non basta. Devo soprattutto fare.

"Chi pensa troppo, fa poco"

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