Meno è meglio, altrimenti detto "Less is more"

Vorrei inaugurare questo blog con una riflessione che mi è venuta in mente circa un mese fa mentre stavo andando in uno dei miei negozi preferiti, la bioprofumeria Thymiama di Bologna, e sulla quale io e il mio ragazzo ci siamo messi a ragionare.

Tutto è nato perché mi stavo ingenuamente autocompiacendo di come sto provando a dare una svolta eco-bio alla mia vita, di come sono diventata selettiva per i prodotti che utilizzo per la cura del mio corpo e della casa e di come sto molto più attenta anche ai cibi che mangio, tant'è che ora compro principalmente prodotti biologici possibilmente per tutte le categorie, soprattutto frutta e verdura (salvo eccezioni come ad esempio le patatine alle quali ancora non so dire di no!). Insomma, quando c'è l'alternativa biologica scelgo quella al 99%.

Tutto questo, lo ammetto, ha aumentato la mia autostima e mi dà un grande senso di soddisfazione, come quando sai di aver fatto qualcosa di buono.

Il discorso è poi passato dalla sfera "qualità" alla sfera "quantità" in un attimo: "pensa se tutti facessero così!". Già ... tutti. TUTTI. E abbiamo iniziato a riflettere ... TUTTI sono davvero tante persone. TUTTI sono circa 7 miliardi di persone. 7 miliardi di persone che consumano. E allora ci è venuto un dubbio: sarà che forse invece di consumare meglio è meglio consumare meno? Probabilmente la strada giusta sta, come molte volte, nel mezzo. Meno E meglio. E anche "meno E' meglio".

Si perché, se qualcuno se ne fosse casomai scordato, il pianeta che abbiamo a disposizione è uno, e uno soltanto. E noi lo stiamo avvelenando, manipolando, intossicando, trasformando. La cosa più assurda è che stiamo facendo tutto questo contro la nostra stessa specie (oltre a tutte le altre forme animali verso le quali non portiamo il minimo rispetto).

Qualche tempo fa stavo guardando Super Quark (ebbene sì, mi piace Super Quark!) e hanno parlato del Sesto Continente. Lo so, sembra il titolo di un nuovo film e ha il fascino di un luogo mitologico come Atlantide, ma purtroppo è molto più reale e molto meno affascinante. Si tratta di una "piattaforma" di rifiuti per l'80% composta da plastica che galleggia sull'oceano, chiamata "continente" per via delle sue dimensioni. Dunque provate a immaginare ... e naturalmente non è presente spontaneamente in natura ma è conseguenza delle azioni dell'uomo. A lungo la plastica non essendo biodegradabile si disfa in piccolissime parti che vengono inghiottite dai pesci perché scambiate per cibo, e rientra così in circolo nella catena alimentare della quale, naturalmente, anche noi facciamo parte.

Questo dovrebbe bastare per farci riflettere sui nostri consumi e su cosa possiamo fare per migliorarli acquistando prodotti biodegradabili, riciclabili e rispettosi dell'ambiente (se possibile in tutta la catena di produzione) ma anche, e non meno importante, per ridurli.

Vi consiglio di guardare Wall-e, è un cartone animato della Pixar tenerissimo, ma fa riflettere. E' triste pensare che se non iniziamo a tenere uno stile di vita eco-sostenibile nella qualità e nella quantità la realtà di Wall-e potrebbe un giorno diventare anche la nostra.


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